Una semplice regola della lingua italiana
Cia e gia al plurale? Com’è il plurale di cia e gia? Chissà …
Mi è capitato, più di una volta, di assistere alla discussione su quale sia il plurale corretto per alcune parole italiane che finiscono in cia e gia.
Premesso come sempre che l’italiano è una lingua complicata e in “evoluzione”, e che non intendo impartire lezioni a nessuno, scrivo questo articolo per condividere una semplice regola che ti potrebbe essere utile per togliere qualche dubbio. Ammetto che sono stato spinto a scriverlo anche dall’enorme successo del mio vecchio articolo “La semplice regola della lettera h” (clicca qui), per il quale ho ricevuto molti complimenti data la particolarità della regola. Grazie mille!
Torniamo ai plurali di cia e gia. Come si scrivono le parole al plurale? Sotto, le regole. Aspetto tuoi eventuali commenti, precisazioni o correzioni.
La regola è molto semplice.
Bisogna vedere come prima cosa se -cia e -gia all’interno della parola sono accentate oppure no. Per accentate intendo che, nella pronuncia corretta della parola, l’accento cade su cia e gia (cìa e già).
1) Se -cia e -gia sono accentate
Se cia e gia sono accentate, al plurale mantengono sempre la “i”. Ad esempio:
farmacia – farmacie,
sciatalgia – sciatalgie,
magia – magie.
Per ricordarti il caso pensa, come intuizione, che siccome la i si sente molto bene nella pronuncia in quanto vi cade sopra l’accento, al plurale si conserva!
2) Se -cia e -gia non sono accentate
Se nella parola in questione -cia o -gia non è accentato, bisogna distinguere due casi molto semplici. Bisogna vedere se -cia e -gia sono preceduti da vocale oppure da consonante.
Se –cia e –gia sono precedute da vocale, al plurale mantengono la “i”, proprio come nel caso in cui fossero accentate. Per esempio:
acacia – acacie,
camicia – camicie,
ciliegia – ciliegie.
Se –cia e –gia non accentate sono precedute da consonante, al plurale perdono la “i”. Per esempio:
lancia – lance,
doccia – docce,
faccia – facce,
spiaggia – spiagge,
loggia – logge.
***Quindi, ricapitolando, riassumo la regola generale così:
Se -cia e -gia sono precedute da vocale, al plurale in ogni caso mantengono la “i”. Se invece -cia e -gia sono precedute da consonante, al plurale mantengono la “i” solo se sono accentate, ma se non lo sono allora la perdono!
Queste semplici regole ti sono d’aiuto? Hai qualcosa da aggiungere o da correggere? Scrivilo nei commenti.
Alcune curiosità
Tieni anche presente che la lingua italiana, come dico sempre, è una lingua complicata ma anche “giovane” e in evoluzione. Si possono ancora trovare forme antiche, oggi considerate inesatte ma in uso tanti anni fa.
Ad esempio, come riporta il sito Treccani.it, in alcuni luoghi si può trovare ancora la scritta “provincie” su qualche vecchio cartello stradale: scritta che oggi è ritenuta scorretta ma usata fino alla metà del secolo scorso.
A me invece, da appassionato di cinema, viene in mente una famosa scena del capolavoro “Via col vento”. Rossella, la serva, Melania e il bambino, con il loro carro –passando tra le devastazioni della guerra- riescono a far ritorno alla loro casa, “Le dodici Querce”. Nella scena, sul cartello di legno divelto c’è scritto invece “Le Dodici Quercie” (oggi scorretto).
Per fare un esempio attuale, oggi è diffuso anche il plurale “valige”, anche se la forma più corretta è “valigie” (rispettando la regola dell’articolo sopra). Su questo punto ci sono molte opinioni discordanti tra gli esperti. Chissà. Io per non sbagliarmi seguo la regola: valigia-valigie ma, oltre a questo esempio, se ne possono trovare altri di pareri contrastanti dovuti al muoversi della nostra lingua. Altro esempio: in passato era diffuso il plurale “ciliege”, ma per la regola sopra oggi si scrive ciliegie.
Tu cosa ne pensi? Conosci altre curiosità? Ti è servito questo breve articolo? Oppure ti ha riportato ai ricordi delle Scuole Medie e Superiori?
Ti invito a seguire i miei articoli su paginecuriose.it e a condividerli con gli amici!
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Grazie mille e buone letture!
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