Parliamo di suffragio universale: quando fu concesso il diritto di voto alle donne in Italia e altre curiosità in proposito, come il voto senza rossetto.
Senza dilungarci troppo nei fondamentali passi di storia del periodo, vediamo alcuni passaggi che portarono le donne nelle cabine elettorali del nostro Paese, raggiungendo un Diritto che ai giorni nostri diamo quasi scontato, ma che fino a 75 anni fa non lo era affatto.
Con il Nord Italia ancora occupato dalle truppe tedesche, il 30 Gennaio 1945 nel Consiglio dei Ministri fu discussa, su proposta dei partiti guidati da De Gasperi (Democrazia Cristiana) e Togliatti (Partito Comunista), proprio l’estensione del diritto di voto alle donne. Quel giorno ci fu la maggioranza dei partiti che si dichiarò favorevole.
Il 1 Febbraio 1945 fu emanato il Decreto Legislativo luogotenenziale n.23, conosciuto come Decreto Bonomi, riguardante “l’estensione alle donne del diritto di voto”. Con questo decreto, nel nostro Paese veniva concesso il diritto di voto a tutte le donne sopra i 21 anni, escludendo le prostitute schedate che esercitavano la professione fuori dalle case autorizzate. Non prevedeva però per le donne la possibilità di poter essere eleggibili.
Per raggiungere il diritto all’eleggibilità in Italia, le donne dovettero attendere l’anno successivo, quindi a guerra ormai finita, con il decreto n. 74 del Marzo 1946. Invece per la loro età, dai 21 anni si scese agli attuali 18 anni grazie ad un Decreto del 1975.
La prima data che vide il manifestarsi del suffragio universale in Italia fu il 10 Marzo 1946 con le Elezioni Amministrative in 436 Comuni.
Le prime elezioni politiche (riguardanti quindi l’intera nazione) con il suffragio universale si svolsero invece in una data che ben conosciamo: il 2 Giugno 1946, in cui si votò anche il referendum per la scelta tra Monarchia o Repubblica nel nostro Paese. Per il risultato della votazione, favorevole alla Repubblica, il 2 Giugno fu scelto in seguito proprio come come Festa della Repubblica. Per il mio articolo “Cosa si festeggia il 2 Giugno“, clicca qui.
Veniamo al fatto riguardante al voto senza rossetto che ho citato nel titolo.
Sempre quel famoso 2 Giugno 1946, il Corriere della Sera pubblicava un articolo nel quale invitava le donne a presentarsi alle urne senza rossetto, in quanto a quei tempi, dovendo umettare con le labbra la scheda elettorale per richiuderla, avrebbero potuto involontariamente lasciarvi sopra un po’ di rossetto e quindi rendere nullo il voto. L’invito del quotidiano, scritto in maniera molto educata, aveva quindi scopi totalmente pratici, per evitare che alle donne, le quali avevano con fatica acquisito un giusto diritto, fossero invalidate le schede in quanto identificabili.
Ho scritto questo breve articolo per far riflettere sul fatto che tanti diritti che le nuove generazioni danno per scontati, sono invece frutto di conquiste lunghe e dolorose. Non dimentichiamocelo.
I diritti non sono mai scontati.
Ti ricordo alcuni miei articoli sulla guerra:
“Il Diario di Anna Frank” (clicca qui);
“I bombardamenti di Porto S. Stefano” (clicca qui);
e i miei articoli sulle donne, in particolare:
“25 Novembre, Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne” (clicca qui);
e il mio articolo su un’artista simbolo dell’emancipazione femminile nella sua terra: “Mostra su Frida Kahlo a Roma, 2019/2020” (clicca qui).
Buona lettura!
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