L’anno sta per terminare. È tempo di mandare un saluto ai maremmani lontani e vicini con un mio racconto.
La barca è appena uscita dal porto di P. S. Stefano. I marinai issano le vele, che si spiegano forti e rumorose al vento, come per rispondere “presente” alla sua tenacia. Il timoniere cerca l’andatura migliore tra le onde e le raffiche decise, per far sì che le sue vele spingano la barca lontano, verso il Canale con l’Isola del Giglio che ad un certo punto apparirà come un meraviglioso e antico gioiello sull’azzurro del mare.
Intanto a dritta si salutano le coste maremmane, terre di colline verdi e rudi, paesi arroccati, fonti d’acqua famose o nascoste, campi immensi coltivati ad arte: tutto immerso nella storia di tempi lontani che la brezza leggera racconta alle acque nelle notti di calma. Lontano, lo sguardo o -dove non arriva- il pensiero, va verso le terre di Magliano, Montiano, Manciano, Saturnia, Pitigliano, Sorano, Sovana e tutti gli altri infiniti borghi sparsi in un territorio enorme, testimoni di tradizioni e gente diversa … ma forse no, perché il cuore è lo stesso umilmente orgoglioso.
Tutto questo, affianco allo sguardo attento di Talamone, fiero guardiano della costa amica con le sue case alte sulla roccia.
E le vele si gonfiano ancor di più, mentre un marinaio volge lo sguardo addietro, come a salutar il passato, guardando verso la sabbiosa Giannella che porta all’Albinia, porta recente delle terre d’interno,… e con la mente più in là, arrivando ad Orbetello che brilla in mezzo alla Laguna, alla verde Feniglia, all’Ansedonia terra di storia con la vicina Capalbio.
Tutto questo mentre il massiccio promontorio dell’Argentario rimane ancora lì, spettatore fiero di quel navigare, mai spaventato da tutto quell’andare di barche e navi che portarono romani, barbareschi, saraceni, e la guerra mondiale sui propri lidi; da secoli guardato dai propri Forti e dalle torri che dovevano per primi proteggere l’antica Porto Ercole, prima Comunità custode delle meraviglie incontaminate del Promontorio. Sì, il promontorio dell’Argentario, terra di ulivi dai mille riflessi, acqua e selvaggina,…e dura natura come tutta la Maremma.
E mentre il Comandante dà ordini all’equipaggio e la barca procede sulle onde del mare, lo scrittore sta appuntando su un quaderno le sue emozioni, come fosse un fotografo che scatta un susseguirsi di foto per non perdere l’attimo.
Lo scrittore scrive della partenza dalla sua amata Porto S. Stefano, dove le colline si spingono lievi verso il suo mare, donando alle acque la luce dei colori vivaci delle sue case. E un campanile suona a festa, vicino alla Fortezza Spagnola.
Per lui, lo scrittore, Porto S. Stefano col suo approdo di fronte alle vicine terre di Maremma, altro non è che un libro in cui vengono scritte da secoli pagine antiche e ora moderne, ma pur sempre pagine di carta, da tenere nel proprio animo anche se le vele ci spingono lontano per un po’ o per molto tempo.
In alto alcuni gabbiani sembrano salutare la barca che gira il Promontorio verso il largo: una volta lasciate le Isole, diretta verso il mare aperto.
Ma cosa scriverà ancora lo scrittore, mentre lo scafo della barca scivola deciso sulle acque e le vele stringono il vento? Cosa ci fa lo scrittore sotto quelle vele, diretto verso l’orizzonte?
Lo scrittore scriverà il suo saluto a tutti i maremmani vicini e soprattutto lontani, che portano nel cuore e non più nello sguardo: i paesaggi dell’Argentario, delle isole e di tutte le coste maremmane e delle sue terre nascoste all’interno.
Sì, con la sua barca di parole adesso scrive il suo saluto a chi non è presente qua in questo momento, affinché non perda l’affetto per la sua terra natia; come una conchiglia che, poggiata all’orecchio, fa ascoltare il rumore del mare.
E poi lo scrittore si sveglierà dal suo sogno, di nuovo nella sua Porto S. Stefano. Ma alla prima barca a vela che vedrà, passeggiando sul Lungomare, di fronte al paesaggio maremmano in lontananza, si ricorderà del suo saluto ai maremmani.
Perché a volte i sogni si realizzano e magari, chi è lontano, leggendo questo suo “scrivere” appoggiato alle emozioni, realmente si ricorderà di una barca che veleggia di fronte alle terre di Maremma, tra il mare, il sole nel cielo limpido e i gabbiani che dalla costa si spingono verso l’interno. Verso il futuro per fortuna sconosciuto, un cammino tutto da costruire, un passo dopo l’altro. Verso nuovi colori delle emozioni. Verso l’anno che verrà.
E come si dice qui: “Buona fine e buon principio a tutti”, con il mio sogno sulle vele azzurre sopra le pagine arancioni di
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In particolare, quest’oggi voglio ricordarti:
Porto S. Stefano, il Porto del Libro in Italia (clicca qui);
A tutti gli Argentarini Lontani (clicca qui);
Arrivederci, Riva della Maremma (clicca qui);
Manciano e il Palio delle Botti (clicca qui);
Talamone e l’Acquario della Laguna di Orbetello (clicca qui);
Isola del Giglio (clicca qui);
Il paladino Orlando, la Maremma e il Viterbese (clicca qui);
Gli scrittori locali dell’Argentario e della Maremma (clicca qui).
Buona lettura con paginecuriose.it .
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