Il tardo pomeriggio di pioggia mi regala questi versi, che stasera non tardo a scrivere prima che fuggano via. Forse l’esser poeta non mi appartiene, o comunque non sta a me giudicarlo. Ma la poesia mi accompagna lontano, un po’ come la pioggia. Senza tristezza, solamente ascolto, di cosa: chissà…
“La pioggia che venia dal mare”, di Francesco Palombo
Ho disegnato la mia gioventù
su un terreno arato.
La pioggia che veniva dal mare
l’ha lavata via,
per raccontarmi di un tempo
che non mi appartiene.
Di mio c’è solamente
il suo picchiettio sui vetri di casa,
a riportarmi sereno in un dove
senza epoche né distanze.
Aspetto il tuo commento e, se hai apprezzato questi miei versi, la tua “condivisione” per portarli a giro, lontano, chissà da chi e in quale luogo.
Ti invito a visitare l’intera sezione MIEI OPERE (clicca qui) in cui troverai molte altre mie poesie, racconti ecc.
In particolare oggi mi va di ricordarti la mia poesia “Siamo parole al vento” (clicca qui).
Buone letture con le vele di paginecuriose.it, verso l’orizzonte.
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