Siamo al 9 Giugno 1990, in una calda e tranquilla serata di fine primavera. Per le strade del mio paese fa da protagonista, ormai da giorni, lo sventolio del Tricolore o delle altre bandiere bianche con la scritta “Italia ’90” e la simpatica mascotte del mondiale, “Ciao“. Tricolore o bandiere bianche sono nelle vie principali, nei vicoli, sui balconi o appesi alle finestre, a colorare lo scorrere immutabile della vita di tutti i giorni.
Eh già, …il Mondiale di calcio Italia ’90 è cominciato ieri pomeriggio con la vittoria a sorpresa del Camerun sui campioni in carica dell’Argentina di Maradona. Stasera a Roma ci sarà l’esordio dell’Italia contro l’Austria.
La TV di Stato trasmette tutte le partite degli stadi italiani, da Nord a Sud. Non c’è più rivalità, non ci sono divisioni di fronte alla maglia azzurra.
Non vedo l’ora di vedere la partita alla Tv di casa. Ho ancora 11 anni, a breve 12, e voglio godermi le mie meritate vacanze dalla scuola con il mio mondiale italiano. Chissà quando ricapiterà un altro mondiale in Italia? , si domandano in tanti. Io non me lo domando, perché mi sento così giovane da non percepire un limite al mio tempo.
“Notti magiche, inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate italiana…” cantano da giorni Bennato e Gianna Nannini. E hanno ragione, perché questa notte mondiale sembra proprio magica.
Finita la cena in famiglia, sembra che il tempo si sia fermato. Per le strade non passano auto. Nelle case vicine non si sentono voci, solamente i rumori delle tavole che vengono sparecchiate e, ogni tanto, qualche brusco e forte suono di trombetta da stadio. Sembra che tutto il mondo circostante si sia fermato in attesa della partita, come il vento che si arresta prima di un acquazzone.
C’è un aria che sembra veramente magica, con quel frizzante clima di festa e di aspettativa; con quella voglia di trascorrere un paio d’ore insieme a vedere una bella partita di calcio in allegria; con le luci del giorno che sembrano dare, con tutto il loro splendore dorato, il benvenuto alla notte e ad un cielo pieno di stelle e di speranze.
La Tv è pronta: il canale che trasmette la partita per fortuna è ben sintonizzato. Tutti pronti sulle proprie postazioni.
Calcio d’inizio.
La voce inconfondibile di Bruno Pizzul racconta le emozioni. Ad ogni gol mancato dalla nostra nazionale si sentono, da fuori all’unisono, grida di delusione che si uniscono alle mie.
La partita va avanti come lo scorrere del buio della sera. Tanta delusione perché quel pallone proprio non vuole entrare in rete nonostante i molti tiri di Vialli e Carnevale, la nostra coppia d’attacco.
Ormai fuori si è fatto buio. La partita sta per terminare scivolando su uno 0-0. Che peccato! Io continuo ad accanirmi per ogni rimessa laterale, calcio di punizione, calcio d’angolo ecc. Penso che la serata è talmente bella e non si può pareggiare così, mannaggia.
Il nostro commissario tecnico, Vicini, fa entrare Totò Schillaci. Speriamo ci pensi lui.
Ancora altre azioni.
La partita sta per terminare.
Vialli sulla destra crossa in area di rigore, … Schillaci di testa, … gooool!!!!!
Boato allo stadio. Boato nelle strade. La gioia del commento di Bruno Pizzul.
Eccola lì la favola: il ragazzo siciliano giunto alla Juve a suon di gol dalla serie B, e poi in nazionale a suon di gol dalla Juve, la mette dentro. Grande Totò Schillaci!
Gioia indescrivibile!
La partita finirà 1-0 per noi, dando il via al carosello di auto per le strade.
A tutti i ragazzini di allora rimarrà impressa la gioia di Totò, con i suoi grandi occhioni felici, che esulta correndo dopo il gol. E nelle partitelle con gli amici, quelle per le strade con i sassi a fare da pali, quelle in cui si nominavano i campioni ad ogni azione, i nostri gol diventeranno tutti per lui: Schillaci.
E se non bastasse la voce di Pizzul ad esaltare il campione, ci si aggiungeranno gli elogi di Aldo Biscardi e Maurizio Mosca nelle trasmissioni post-partita. Schillaci, partita dopo partita, diventerà il capocannoniere del Mondiale.
Adesso, 30 anni dopo, in questo 9 giugno 2020, non ti ricorderò i dettagli di come finì quel mondiale a Luglio, perché già lo sai che fummo eliminati in semifinale con grande dispiacere per tutta la nazione. Sì, perché il calcio per un attimo fermava i problemi di tutti i giorni, dava la spensieratezza alla quale in molti si aggrappavano, faceva sognare i ragazzini.
Era un calcio ricco quello degli anni ’80/inizio ’90, ma un calcio alla portata di tutti tra radio e Tv di Stato.
Anche se la vittoria finale non arrivò, lasciandomi da ragazzino molta delusione, quelle serate le ricordo ancora con un sorriso. E in particolare quel 9 Giugno, all’esordio dei sogni di quel mondiale.
Già, …perché il cammino conta più del traguardo.
E adesso, trascorsi 30 anni che mi sembrano un’enormità, quanto vorrei che quel ragazzino di quasi 12 anni che ero allora, ogni tanto venisse a trovarmi. Sono sicuro che mi direbbe di non arrendermi mai e non smettere di sognare, perché la partita non può finire così in pareggio, il gol deve arrivare.
Un pensiero, però, subito mi fa riflettere: a volte, nelle serate tranquille di fine primavera, quando le ultime luci dorate del sole salutano il giorno e si respira un’aria di quiete, …be’, in quei momenti, quel ragazzino di 12 anni senza tempo che ero, forse è davvero venuto a trovarmi, forse me lo porto ancora dentro senza accorgermene.
Forse è lui che a volte mi fa giocare coi miei bimbi quando sono stanco o che mi fa correre alla finestra a guardare la luna e le stelle, come se non le avessi mai viste, o che ancora mi fa sognare di fare lo scrittore come sognavo il gol della nazionale in quella partita Italia-Austria.
No, non vorrei tornare indietro nel tempo, perché c’è un tempo per ogni cosa e non sarebbe giusto. Ma vorrei più spesso assaporare la sensazione di quelle serate anche nelle giornate di adesso, ricordandomi sempre come si fa, con lo stesso animo di quel ragazzino timido e curioso del 1990.
Forse il segreto sta proprio lì: immergersi nel presente lasciandosi cullare dai sogni.
…Senza guardare troppo ai gol sbagliati, cercare di gustarsi le azioni di adesso e sorridere con fiducia, perché i gol possono sempre arrivare, basta crederci.
Cross di Vialli, …Schillaci di testa, …goool!
Adesso saluto con il nome di quella simpatica mascotte colorata di Italia ’90: Ciao.
Ti invito a leggere l’intera categoria MIE OPERE (clicca qui) dove troverai moltissimi miei racconti e poesie.
In particolare ti segnalo:
Il calcio che fu (clicca qui);
La Tv che fu (clicca qui);
Il Palio che non c’è (clicca qui);
L’Argentario del 1984: il primo giorno di Elementari (clicca qui).
Curiosità: la foto di copertina (il mio paese Porto S. Stefano), foto di data più recente, parziale di quella già usata con la mia poesia più visualizzata Serata d’Estate (clicca qui), l’ho scelta perché mi riporta a quelle atmosfere di calme sere.
Buone letture con paginecuriose.it !
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