Come usare correttamente la lettera “H” in Italiano.

Vediamo insieme una semplice regola della lettera H per scrivere correttamente in Italiano. Lungi da me scrivere questo articolo con scopo polemico. L’intento è invece onesto: aiutare, con una semplice regola, molte persone che purtroppo per svariati motivi non hanno potuto passare la gioventù sui banchi di scuola (condizioni economiche, guerra, motivi personali ecc) ad usare correttamente la lettera H in italiano.
Mi sono deciso a scrivere perché in questi giorni di terribile emergenza, in cui le persone restano nelle proprie case, i social sono presi d’assalto e tocca assistere a tristi discussioni, con utenti che scrivono sempre correttamente che redarguiscono gli utenti che sbagliano diverse “H” in ogni post. Spero che questo semplice insieme di regole possa aiutare queste persone, … e magari anche qualche giovane che si è dimenticato un po’ di grammatica. Senza polemiche. Sai benissimo che chi sta scrivendo (io) non lo fa con arroganza. Anzi, a volte, nei miei articoli scritti magari in ore piccole, colpito dal sonno, mi capita di commettere qualche errore del quale mi accorgo il giorno dopo (almeno spero!). Quindi non sono qui per redarguire, ma per essere di ausilio.

Vediamo alla semplice regola della lettera H.
L’ H nella lingua italiana si usa:
-nelle voci del verbo AVERE: Ho, Hai, Ha, Hanno .
-nelle esclamazioni come Ah! , Ahimè!Ahi!Oh!, ecc.
-in parole con alcuni suoni duri, cioè con ce-ci-ge-gi che si trasformano da suoni dolci a suoni duri: che – chi – ghe – ghi  (es: anche, chiesa, ghepardo, ghiro). La lettera H non va mai usata nei suoni già duri: ca – cu – co !

Lo sbaglio che si nota di più in questi giorni sui social e che causa battute e discussioni è sull’uso del verbo AVERE, confondendolo con preposizioni o congiunzioni o col termine “anno”.
Con questi esempi probabilmente non sbaglierai più le H, soprattutto usando la mia speciale riprova!

“L’anno scorso sono andato in vacanza” =CORRETTO, perché in questo caso “anno” non è un verbo, cioè non è un’azione!
Non ti rendi conto se in questo caso “anno” sia un verbo oppure no? Usa la mia speciale riprova: sostituisci la parola “anno” con l’imperfetto del verbo avere (che è un tempo passato, per capirci: avevo, avevi, aveva, avevano). La frase diventerebbe: “L’avevo scorso sono andato in vacanza”. Ha senso? NO! Perché “anno” non è verbo! Quindi niente H in questo caso!

“Sono a casa … Vado a scuola … Sto andando ai giardini” =CORRETTE, perché negli esempi sono tutte preposizioni e non c’entrano nulla col verbo “avere”. Non ti rendi conto se in questo caso il suono “a” sia un verbo oppure no? Fai la mia speciale riprova: sostituisci le preposizioni “a- ai”col passato del verbo “avere”: avevo, avevi, aveva, avevano.
Puoi dire: “Sono avevo casa”? NO!
“Vado avevo scuola”? NO!
“Sto andando avevo giardini”? NO!
Sarebbero tre frasi senza senso!
Questo perché nei tre casi puoi vedere chiaramente che non si tratta del verbo “avere” e quindi non devi mettere la lettera H (si tratta infatti di preposizioni e non di verbi!).

Altre frasi in questione:
“Guardi il film o i cartoni? … Sei a casa o in giardino? =CORRETTE, perché si tratta di congiunzioni e non del verbo “avere”,  quindi la lettera H non va messa!
Non ti rendi conto se in questo caso il suono “o” sia un verbo oppure no? Usa la mia speciale riprova: sostituisci la congiunzione con il passato del verbo “avere”.
Puoi dire: “Guardi il film avevo i cartoni”? NO!
“Sei a casa avevi giardino”? NO!
Non lo puoi fare: le frasi sarebbero senza senso, proprio perché non si tratta del verbo “avere” ma di congiunzione e quindi non va messa la lettera H !

Altri esempi.
Ho fatto i compiti” =CORRETTO, perché si tratta del verbo “avere” e serve la lettera H. Riprova per capire se si tratta del verbo avere: sostituiscilo con il passato. Si può dire: “Avevo fatto i compiti”? , con un senso diverso ovviamente, ma è scritto correttamente. Quindi si tratta del verbo avere e si usa la lettera H: “Ho fatto i compiti”.

“Ha corso tutto il pomeriggio.” =CORRETTO, si tratta del verbo “avere”. Riprova con il passato: si può dire “Aveva corso tutto il pomeriggio” ? Sì!, cambia il senso ma la frase è corretta, quindi si tratta del verbo “avere” ed allora è giusto scrivere: “Ha corso tutto il giorno”.

“La tua amica ha trovato le chiavi?” =CORRETTO, si tratta del verbo “avere”. Riprova: si può dire al passato “La tua amica aveva perso le chiavi?”?, perché è verbo “avere”.

“I nonni hanno chiamato?” =CORRETTO, perché si tratta del verbo “avere”. Riprova: “I nonni avevano chiamato?”. OK!

La semplice regola della lettera H.
Con questa semplice riprova del verbo “avere” al passato, puoi capire in fretta se si tratta di verbo avere oppure no e quindi se necessita di H oppure no.
Se i suoni “a”, “o”, “anno” sono verbi AVERE=ci vuole la H davanti! = ha, ho, hanno ;
se invece si tratta di congiunzione, preposizione oppure del termine “anno”=la lettera H davanti NON CI VUOLE!
Per renderti conto se è verbo “avere” o no: usa la mia riprova del verbo “avere” al passato!!!

Ricorda che ovviamente nella prima e seconda persona plurale non si usa la lettera H (al presente si dice infatti “abbiamo”, “avete”). Ma sinceramente non ho mai visto errori di questo genere in italiano. Da non confondere con parole straniere che si scrivono con la lettera H all’inizio (ad esempio: hot-dog, hamburger, hostess).

Spero che queste regole con la mia speciale riprova possano esserti servite.

****Nuovo aggiornamento*** Se vuoi darmi ancora più fiducia, allora non lasciarti scappare la mia raccolta di poesie “La soffitta d’estate“. Grazie mille!

Torniamo alla lettera H e alle regole. Pensa che l’italiano è una lingua che deriva dal latino, ma in continua evoluzione anche ai giorni nostri. A tal proposito ti segnalo i miei articoli:
Il primo documento in volgare italiano: il Placito Capuano” (clicca qui);
Peste a Milano nel Seicento” (clicca qui), in cui parlo anche dei Promessi Sposi del Manzoni.
La grammatica italiana non è facile, per nessuno: ricordiamocelo e non buttiamoci giù di morale.

Consiglio di non farsi mai mancare in casa gli utilissimi vocabolari della lingua italiana, come ad esempio “lo Zingarelli” (per adulti e ragazzi), oppure “Il Devoto-Oli junior” (per bambini).

Un aneddoto preso dalla mia gioventù.
Ricordo ancora, quando alle superiori ci si lamentava che l’inglese era una lingua difficile, la mia professoressa di allora ci fece un esempio:
Io studio
Tu studi
Lui, Lei studiano
Noi studiamo
Voi studiate
Essi studiano

In inglese diventa:

I study
You study
He, She studies
We study
You study
They study

“Qual è più difficile da imparare, secondo voi? L’inglese per un italiano, oppure l’italiano per un inglese?” chiedeva la mia professoressa di allora. E aveva ragione: l’italiano è una lingua bellissima per quanto è complicata. Ma noi non ci abbattiamo!

Per gli stranieri che vogliono imparare l’italiano comunque si trovano in commercio pratici manuali di base, come ad esempio “Parlo italiano” della Giunti.

Aspetto di sapere se questo articolo ti sia servito oppure no e mi scuso con i docenti di Lettere per le mie spiegazioni “grossolane”.
Resta il fatto che uno dei consigli migliori per imparare a scrivere bene è: leggere molto!
E allora, leggiamo leggiamo leggiamo.
A presto con paginecuriose.it .