17/11/2019. Dopo l’alluvione di Albinia e frazioni vicine del 2012, la Maremma è di nuovo in ginocchio. Pesantemente colpita la scorsa notte tutta la zona Sud della Provincia di Grosseto, capoluogo compreso. Molte le strade interne chiuse, gravi danni ad abitazioni e mezzi, evacuate decine di persone, numerosi gli interventi dei mezzi di soccorso con gli uomini impegnati notte e giorno. Piogge incessanti e violente su tutto il litorale della Costa d’Argento, ma i problemi più gravi ovviamente ci sono stati nelle zone interne di Manciano, Saturnia, Marsiliana d’Albegna, Albinia, Capalbio. Gravemente colpita La Polverosa. Alla Fornace una violenta tromba d’aria ha sradicato un pino senza, per fortuna, causare vittime. Colpite campagne, frazioni e paesi in tutta la Maremma a Sud della Toscana. Più a Nord, allerta per il fiume Ombrone.
L’invito per tutti è prestare la massima attenzione e consultare gli avvisi della Protezione Civile. Domani molti Comuni hanno già chiuso le scuole.
Questa eccezionale ondata di maltempo sta flagellando l’Italia: colpite Venezia, Matera, l’Emilia Romagna, l’alta Toscana, la Campania,…ma in ogni regione si contano i danni e le vittime.
Non ci sono più alibi, adesso basta parole! Servono i fatti! Serve che parta un Piano Nazionale d’intervento a protezione del territorio. Dico “che parta” perché di Piani se ne fanno tanti, ma qui serve che partano ingenti opere pubbliche di messa in sicurezza di strade, ponti, argini. Servono opere di viabilità alternativa. Servono fondi per potenziare gli organi di vigilanza e di soccorso. Servono interventi su tutti i territori più colpiti, anche nella nostra Maremma. Non si devono dimenticare di noi.
Non si potrà far niente per impedire questi ormai troppo frequenti eventi atmosferici disastrosi, ma si deve intervenire per limitarne i danni.
Il mio rammarico è che dall’alluvione del 2012 in Maremma, che seguì quella dell’Alta Toscana di pochi giorni prima, in Italia non si sia fatto abbastanza. Qualcosa si è fatto, magari siamo più organizzati, ma non basta. Non basta!
Oggi Facebook mi ricordava nel mio profilo una foto del Novembre 2012, post alluvione. Sono insieme ad alcuni colleghi di lavoro dentro uno scarrabile. Lo stavamo riempiendo con materiale da buttare, distrutto da acqua e fango. Il primo scarrabile che riempimmo era talmente pesante che non poté essere scaricato: dovette venire una gru ad alleggerirlo ed avviare un secondo scarrabile. Riempimmo 7 scarrabili in pochi giorni, a braccia. Si mangiava, infangati, sui marciapiedi. Nella foto, che non pubblico nel blog per un discorso di diritti, sono giovane e a mezze maniche a Novembre, dalla fatica. E riguardandola c’è tutto il mio rammarico, quello di vedermi adesso con un bel po’ di capelli bianchi, segno del tempo passato inesorabilmente, ma con la stessa sensazione di allora: “ma non si poteva fare di più, prima?”.
La nostra bellissima Maremma è di nuovo in ginocchio. Scrivo questo articolo per dire che in Italia ci siamo anche noi.
Ti segnalo i miei precedenti articoli:
“Alluvione di Albinia, 12 Novembre 2012” (clicca qui), in cui ricordo i tragici fatti di quei giorni in Maremma;
“La famosa libreria Acqua Alta di Venezia è allagata”(clicca qui), in cui parlo dei danni e delle vittime nel veneziano di pochi giorni fa.
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