La mia poesia di oggi, a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino (9 Novembre 1989 – 9 Novembre 2019). Era un giovedì sera. Ero in cucina, un ragazzino di prima media come tanti altri, con l’infinito davanti, che guardava entusiasta quelle immagini alla TV. Ero in cucina ad osservare l’evento dal piccolo televisore senza telecomando, davanti al tavolo, in un tranquillo dopocena in famiglia, in attesa di andare a letto per un nuovo giorno di scuola. Nell’aria c’era il sogno che sarebbero scomparse tutte le guerre dalla faccia della Terra, quelle guerre spaventose raccontate dai nonni, guerre che avevo sempre la paura di vedere di nuovo bussare alle porte, perché i racconti erano episodi vivi di fatti non troppo lontani. Finalmente una Berlino di nuovo unita e una Germania non più divisa come si era invece studiata a scuola, in cui dovevi impararti come si chiamasse la Germania filo-occidentale e come si chiamasse quella filo-sovietica (in foto le due Germanie). Ecco la fine della Guerra Fredda, la fine delle guerre in generale, dell’odio tra le persone di una stessa città e quindi del mondo intero. Il giorno dopo sarei andato a scuola più felice, con quella sensazione di chi ha assistito ad un fatto storico fondamentale per l’umanità.
Cosa ha imparato il mondo da quella sera, in cui la gente in pace scavalcava il muro davanti ai poliziotti? Niente. Il mondo che stanno vedendo i ragazzini delle Scuole Medie di adesso è ancora pieno di guerre. Continuiamo come umanità a sprecare il nostro tempo, che va avanti ugualmente anche senza l’insaziabile e mondiale voglia di ingiustizie e di violenze. Troveremo un giorno la tranquillità di un vivere sereno, di una globalizzazione della pace e non solo delle merendine e dei vestiti? Chissà. Intanto è notte e domani sarà giorno ugualmente. Buona lettura della mia poesia.
Cade la pioggia ma torna il sole (di Francesco Palombo)
Cade la pioggia ma torna il sole
nei campi coperti di sangue
dove l’uomo scoprì esausto
il perché di un triste destino.
Nell’attimo esatto in cui si ferma
una vita per una guerra crudele,
il sole disinteressato continua felice
il suo arco nel cielo di sempre.
Indifferente è anche il mare,
che muove le sue onde alte o lievi a riva,
come se aspettasse sicuro
un passo indietro del soldato di fronte.
Quando cadrà l’ultimo muro,
sparirà l’ultima arma,
volerà via l’ultima parola di odio,
allora la paura si allontanerà per sempre
dall’animo di chi vuole solamente
vivere in pace il tempo donato.
Perché il tempo è uno, che avanza
noncurante delle bombe o della pace:
due sorrisi fanno un bambino,
le lacrime che cadono al suolo invece
non fanno né alberi e né fiumi,
ma soltanto tristi dì, al posto
di nuove giornate di primavera.
Ti consiglio la sezione MIE OPERE (clicca qui), in particolare le mie poesie contro la guerra:
“Basta guerre” (clicca qui);
e “Il prigioniero del tempo rubato” (clicca qui).
Invece dalla sezione LIBRI, ti segnalo l’articolo sul romanzo “Il mandolino del Capitano Corelli” (clicca qui), in cui si parla della violenza della Seconda Guerra Mondiale.
Per farti commuovere con un intenso scritto sul trascorrere del tempo, ti segnalo il mio racconto:”La biblioteca magica” (clicca qui).
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