Chi è il risparmiatore compulsivo? Non so se esiste il termine, forse me lo sono di nuovo inventato…
Parlo di uno strano tipo che risparmia non per necessità, non per mancanza di soldi, ma per atteggiamento incontrollato. È leggermente diverso dal semplice “tirchio”, perché ha dei comportamenti più difficili da interpretare.
Un mio amico mi raccontò di un tizio che strappava i fogli di un rotolo di carta da cucina per vedere quanti fogli ci fossero. Il numero non era riportato sulla confezione e lui voleva verificare la convenienza rispetto ad un’altra marca. Penso che qualcuno potrebbe farlo anche con diversi tipi di carta igienica. Ecco il risparmiatore compulsivo: un risparmiatore senza controllo. Poi basta dividere il prezzo per il numero di strappi, così da verificare il costo a foglio. Sì, mi immagino che tu sia senza parole, ma come dice un vecchio detto: “un soldo risparmiato è un soldo guadagnato” e diciamo che il nostro “risparmiatore compulsivo” lo ha preso alla lettera. Neanche Zio Paperone sarebbe così attento.
Sei in trattoria con un discreto numero di amici. Tu e qualcun altro avete mangiato come se non ci fosse un domani. Arriva il momento di pagare: il cameriere porta il conto e il matematico del gruppo fa subito, involontariamente, il classico conto alla romana: euro diviso il totale delle persone. Fanno 35 a testa!
Ecco che interviene il nostro risparmiatore compulsivo, che dichiara che non è giusto il conto alla romana perché c’è chi ha mangiato di più. E intanto osserva incattivito te e i tuoi seguaci del “mangiare senza un domani”, con quello sguardo serio misto a sorriso di circostanza, tipo ispettore Derrick. Siccome non sei abituato a litigare con gli amici, ti proponi di pagare qualcosa in più. Qualcosa in più?! Dice con voce sorpresa e arrabbiata, tipo giudice di X Factor. Ed eccolo, lui dichiara subito di non aver preso il dolce e non aver neanche assaggiato il vino, e quindi dirà di pagare 23 euro perché: la pasta costava 10 euro, la cotoletta con patate 12 euro, l’acqua 1 euro. Come se le posate se le fosse portate da casa. Alla fine il matematico riconteggia la cifra per almeno sedici volte, ricorrendo al calcolo derivato, il cameriere si spazientisce, a te scappa da ridere e il risparmiatore compulsivo è arrabbiato. Finirete per pagare alla romana. E per fortuna lui stavolta sta zitto, se no a te un bel commento alla Maionchi ti sarebbe scappato di bocca.
Stai camminando verso casa. Accosta un auto di grossa cilindrata, lucida, super accessoriata. A confronto la tua auto sembra un canotto paragonato alle navi della Costa Crociere. Si abbassa il finestrino e vedi l’uomo al volante che ti chiede dove può trovare un parcheggio gratis perché non vuole spendere soldi per un parcheggio. Ma come? Al giorno hai una spesa di benzina pari al PIL della Lombardia e fai storie per pochi euro di parcheggio? Tu lo guardi con aria sorpresa e lui aspetta tranquillamente la risposta. Allora tu gli rispondi che non lo sai perché anche tu paghi il parcheggio. Lui alza il finestrino e se ne va indispettito, e tu rimani impalato con un’espressione come quella di Messi quando gli negano un rigore clamoroso.
Sei al supermercato, reparto frutta e verdura. Vedi una signora che pesa un melone, senza sacchetto e ci attacca sopra l’etichetta adesiva del prezzo. Poi la vedi pesare un’anguria e fa la stessa cosa: senza usare il sacchetto, attacca l’etichetta sopra il prodotto. Tu allora pensi di aver appena incontrato una paladina dell’ambiente, che per non vedere più gli animali mangiare buste di plastica, le evita. Che brava! Ti viene subito in mente Licia Colò con gli orsi bianchi. Tu continui il tuo giro di spesa e dopo un po’ vai alla cassa. Trovi davanti a te quella signora di prima che sta litigando con la cassiera. Ha una decina di mele che rotolano sul nastro della cassa, senza sacchetto. Ovviamente una mela è prezzata. Rotolano anche le pere. Ovviamente una pera è prezzata. La cassiera sta spiegandole che i prodotti vanno messi in sacchetto chiuso e poi prezzati, se no ognuno potrebbe pesare un frutto solo e prenderne tanti. La signora si offende perché la cassiera non ha fiducia in lei e le urla che è una cafona, che lei non ruba ad un misero supermercato e che non usa le buste perché costano 1-2-3 centesimi…non ricorda… e poi si buttano via. E se fa la spesa 200 giorni l’anno, saranno all’incirca la bellezza di 7, 8 euro di buste per la frutta, a seconda del numero di sacchettini usati. All’anno. Soldi buttati. Quindi il problema non è salvaguardare l’ambiente ma risparmiare. Di fronte a questa spiegazione sull’economia familiare sbalordisco come ad una puntata di Voyager. Le persone dietro a me ridono per la discussione: si è formato un piccolo gruppetto divertito. Ci manca solamente che, pensando ad un altro programma, arrivi un inviato di Del Debbio a chiedere i pareri tra la folla. E poi dicono che fare la spesa è stressante.
Ma il bello deve ancora arrivare. Sei in una libreria. Ti piace girare tra gli scaffali, guardare titoli e copertine dei libri e, quando qualcosa ti colpisce, leggi la trama. Magari chiedi anche un parere al libraio. Come te, un ragazzo con un’amica sta sfogliando libri a destra e a manca da almeno mezz’ora. Ad un certo punto si ferma di colpo con aria strana. Tu lo osservi, ma lui non ti ha visto. Prende il telefono dalla tasca dei pantaloni e fa una foto al libro che ha in mano. Dopo lo mette a posto e dice alla ragazza che on line risparmia almeno il 10%. Aggiunge che i tre libri all’anno che legge non li compra certo in un negozio. Soldi buttati! Lei ride. I due escono dalla libreria, il librario non si è accorto della foto. Io per curiosità vado a prendere il libro che guardavano i due. Prezzo: 12,90. Quindi con lo sconto del 10% di cui parlava, risparmierà 1 euro e 29 centesimi. Moltiplicato per i tre libri all’anno che legge, fanno 3 euro e 87 centesimi di risparmio annuali! Che risparmio! Faccio la stessa espressione pensierosa della Merkel quando le parlano della legge di Stabilità dell’Italia. Che risparmio!
Io invece, che non navigo nell’oro, se entro in libreria: o compro un libro che mi ha colpito o non compro niente se devo risparmiare sul serio. Mi piace girare tra gli scaffali e sentire l’odore della carta, scambiare due opinioni col libraio e se posso comprare, uscire fuori dalla libreria col mio libro in mano, sorridendo. Se hai visto il vecchio film “Colazione da Tiffany”, a me stare a girare in una libreria mi fa stare bene, sereno, in pace. Lo stesso effetto che faceva Tiffany con i bellissimi gioielli nelle vetrine alla protagonista, interpretata dalla magnifica Audrey Hepburn. Uscire da una libreria con un bel libro appena scoperto, in mano, è acciuffare un sogno e tenerselo stretto. Va bene non sperperare i soldi, perché ce li sudiamo. Ma ogni tanto, caro risparmiatore compulsivo, un piccolo sogno puoi anche regalartelo, senza fare troppi conti. Ha ragione! Mi può fare un preventivo?
Se ti piace questo mio simpatico racconto, ti consiglio i due racconti scritti da me:
L’AMICO TUTTOLOGO (clicca qui)
IL TURISSATO (clicca qui).
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