Quest’oggi ospito un articolo di Alessandra Giuliani. Parliamo di intelligenze multiple. Buona lettura.
Ti sei mai chiesto perché, quando eri piccolo, cercavi di imitare tutte le esperienze degli adulti attraverso il gioco? Ti sei mai chiesto perché adesso i bambini facciano le loro esperienze utilizzando per la maggior parte del tempo stimoli visivi e non utilizzano più il loro corpo per apprendere? Ti sei mai chiesto perché a scuola la storia era così noiosa e difficile da ricordare? Oppure, ti piacerebbe tanto imparare a suonare il sax, ma ti si accavallano ritmi, postura delle mani, controllo della respirazione, per poi fare una confusione pazzesca? Per non parlare dell’inglese: riuscire a pronunciare determinati fonemi ti fa sentire perennemente ridicolo. E perché a tante altre persone, invece, queste cose riescono in modo del tutto naturale? La risposta ci viene dalle neuroscienze, e specialmente dallo psicologo Howard Gardner, che ha sdoganato l’idea di uomo con un’unica intelligenza misurabile quantitativamente: di fatto ogni individuo possiede una pluralità di intelligenze, applicabili ognuna in ciascun campo della nostra vita.
Ognuno di noi ha intelligenze multiple: alcune molto sviluppate ed altre meno.
Quindi se non riusciamo a capire la matematica, non dobbiamo considerarci stupidi, ma dobbiamo andare a ricercare quale intelligenza va stimolata (in questo caso quella logico-matematica). Ma c’è di più: ciascuno di noi ha dei canali preferenziali che sceglie ogni volta per apprendere al meglio una cosa: c’è chi preferisce studiare sottolineando pagine e pagine di testo, chi prende appunti, chi pratica lavoro manuale, chi fa registrazioni. Vi suona familiare? Il problema sorge quando si utilizza solo un canale per poter apprendere tutte le cose….Per fare un esempio: nel caso dell’inglese, è inutile sottolineare tutto Shakespeare, non si imparerà a parlare inglese. Bisogna mettersi allo specchio e superare la paura di rendersi ridicoli: fare tante smorfie con il volto finchè non si otterrà il fonema perfetto, quello che magari avete ascoltato nella ultima hit del momento anche se, come avrebbe detto il mio prof di inglese, “solo i Beatles hanno una pronuncia perfetta”.
Perciò, quando non ci riesce una cosa, prima di bollarci come “incapaci”, proviamo a vedere quale tipo di intelligenza utilizziamo. Di conseguenza bisogna “sintonizzarsi” sull’intelligenza più idonea per affrontare la situazione e poi cercare di allenare tutti i canali di apprendimento che abbiamo a disposizione. A questo proposito, vorrei concludere con una riflessione della stesso Gardner, che ammonisce su come l’uso dei dispositivi elettronici in età precoce possa ridurre lo sviluppo di tutte le altre abilità sensoriali, canalizzando tutte le capacità cognitive al mero uso della vista. Un vero peccato.
(di Alessandra Giuliani)
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