La Teoria delle finestre rotte (o Teoria dei vetri rotti) afferma, in sintesi, che il degrado genera altro degrado. Se un ambiente è degradato, si verifica un aumento degli atti vandalici e della criminalità in quanto nelle persone scaturisce l’idea che l’ambiente sia abbandonato e non controllato dalla Legge.
In pratica, in un quartiere basterebbe la presenza di un vetro rotto ad una finestra per scaturire nelle persone comportamenti di emulazione, iniziando a rompere altre cose o a non curarsi della pulizia e dell’ordine dell’ambiente urbano in generale. Con un ambiente fortemente trascurato, aumenta inoltre la criminalità.
Facciamo un esempio. In casa o in ufficio, getti cartacce per terra? Non credo proprio, perché è in ordine e cerchi di tenere in ordine, dando anche il buon esempio. Per strada gettiamo cartacce per terra? Se ci troviamo in una via ben pulita e in ordine, sicuramente facciamo anche 100 metri con in mano una cartaccia, aspettando di vedere un cestino della spazzatura. Ma se ci si trovasse in una strada sporca, con la spazzatura ovunque e senza un cestino, con la puzza che fuoriesce dalle fognature,…faremmo 100 metri con la cartaccia in mano? Secondo questa teoria: no! Saremmo spinti dalla trascuratezza dell’ambiente ad avere un comportamento diverso dalla nostra educazione, come se fossimo autorizzati dal degrado. Nelle città infatti: graffiti sui muri portano vicino altri graffiti, spazzatura fuori ai cassonetti ne porta altra anche di grandi dimensioni, edifici abbandonati da tempo portano furti o atti vandalici, ecc ecc.
La Teoria delle finestre rotte (o Teoria dei vetri rotti) fu introdotta nel 1982 da Wilson e Kelling in un loro articolo di scienze sociali, affermando che tenere in ordine gli ambienti urbani, facendo rispettare la Legge anche per piccoli reati, serve ad evitare atti criminali ben più gravi. La Teoria si riconduce ad un famoso esperimento del 1969 del Dott. Zimbardo per l’Università di Stanford, in California. Furono abbandonate due auto identiche in due città diverse, una in un quartiere ben ordinato e l’altra in un quartiere degradato. Questo per studiare i comportamenti sociali. In pochi giorni, l’auto abbandonata nel quartiere degradato fu smantellata tra furti di pezzi utili e distruzioni; l’auto nel quartiere ordinato era invece rimasta intatta. Dopo un po’ fu deciso di fare un secondo esperimento: all’auto integra nel quartiere ordinato fu rotto il vetro di un finestrino, sempre per studiare i comportamenti della gente. Il risultato finale fu identico a quello del quartiere degradato: in pochi giorni l’auto fu distrutta tra furti e vandalismo. Le persone avevano avuto un messaggio di degrado e abbandono, e quei comportamenti ne erano la conseguenza.
Accettando il fatto che nella nostra natura esistono queste azioni dovute allo stato dell’ambiente che ci circonda, sarebbe bello sforzarci di più e dare il buon esempio ai piccoli. Anche se troviamo sporco o rotto, non continuiamo a sporcare o a rompere: la cartaccia teniamola in mano aspettando un cestino della spazzatura. Evviva l’educazione civica nelle scuole!
Penso ai volontari che in determinate date si ritrovano per la pulizia delle spiagge: ecco il buon esempio. Cerchiamo tutti di contribuire ad un ambiente più pulito e ordinato: dove questo non ci fosse, cerchiamo di migliorarlo o almeno di non peggiorarlo!
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