Ogni giorno senti alla TV questa parola: “Spread“. Ma cos’è lo spread? E’ salito lo spread, è sceso lo spread, i mercati non hanno fiducia ecc ecc. Hai cercato sui siti di economia e finanza ma escono fuori spiegazioni complicatissime.
Niente paura, spieghiamo un po’ di economia in maniera spicciola, sperando di non offendere nessuno del settore.
Lo Stato, per finanziare le proprie enormi spese che servono per garantire i servizi a noi cittadini (Politica, Amministrazione, Forze Armate, Scuola, Sanità, Sistema Previdenziale, Strade, Lavori Pubblici ecc…), ossia la cosiddetta Spesa Pubblica, ha bisogno di Entrate = soldi. E quali sono le Entrate dello Stato? Principalmente tasse e imposte. Ad esempio, l’IVA di cui tanto si discute il possibile aumento, è un’Imposta sul Valore Aggiunto di beni o servizi consumati nel territorio nazionale. Altri esempi: l’IRPEF, l’IRAP, il bollo auto, i ticket sanitari,… ma anche le accise sulla benzina e molto altro.
Allo Stato bastano queste Entrate? Assolutamente no. E allora cosa fa? Emette Titoli di Stato (BOT, CCT, BTP ecc), il cosiddetto Debito Pubblico, cioè si fa prestare soldi dai Mercati. Come? In pratica: tu Investitore nazionale o internazionale (persona, Società, altro Stato,…) presti soldi allo Stato, ad una certa scadenza (mesi o anni) e ad un certo interesse di rendimento. Quindi lo Stato te li restituirà alla scadenza e tu ci avrai guadagnato l’interesse pattuito. Il Debito Pubblico dello Stato italiano ammonta attualmente a più di 2 300 miliardi di euro, a fronte di una spesa pubblica annua di circa 830 miliardi di euro (comprensiva degli interessi pagati proprio per il Debito Pubblico). Per farla breve, agli Stati (ovviamente non solo all’Italia), per finanziare la propria Spesa Pubblica non bastano solamente le Entrate fiscali, ma hanno bisogno di altri soldi che ottengono col Debito Pubblico, ossia emettendo Titoli di Stato per un certo valore, acquistati dagli Investitori in cambio di un guadagno in termini di interessi. Più Titoli emetti come Stato per finanziarti, più Entrate avrai ma, allo stesso tempo, avrai più interessi da pagare.
Se l’Economia di uno Stato è solida, gli investitori compreranno i suoi Titoli anche a bassissimo interesse, come succede per la Germania, perché saranno certi di ottenerne la restituzione. Se l’economia di uno Stato è debole, l’incertezza porta gli investitori internazionali ad acquisire i suoi Titoli solamente a condizioni più vantaggiose, ossia se hanno in cambio rendimenti più alti. E questo a volte succede all’Italia nelle fasi di instabilità politica, quando sentiamo alla TV che si alza lo Spread. Addirittura gli Stati che rischiano il fallimento (Default), finiscono per finanziarsi con tassi di rendimento altissimi sui loro Titoli: è una legge di Mercato.
Inoltre, il tasso di rendimento ovviamente aumenta all’aumentare della durata del Titolo: se presto i soldi allo Stato per un anno voglio un interesse, se li presto per 5 anni ne avrò uno più alto, per 10 più alto ancora e così via.
Quindi, per concludere, cos’è lo Spread che tanto sentiamo ai nostri Tg, in parole povere? Lo spread in generale è un differenziale, principalmente tra tassi, ma veniamo al nostro caso specifico.
Lo Spread di cui tanto parliamo in Italia è la differenza tra il tasso di rendimento dei nostri BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) e i Bund Tedeschi (l’equivalente dei nostri BTP) a 10 anni.
In questo periodo (primavera 2019) sta oscillando tra i 260 e i 290.
Facciamo un esempio pratico di questi giorni:
i BTP italiani a 10 anni hanno un rendimento del 2,60%, i Bund tedeschi addirittura un interesse negativo del -0,20% (segno della solidità dell’economia tedesca), allora lo spread è 280 punti [260-(-20)]=260+20=280. Ecco che significa lo spread a 280 punti.
Nel 2006 avevamo il minimo storico a 24 punti. Nel 2011 arrivò a 576 punti.
Ricapitolando, più è alto lo Spread, più il nostro Stato deve pagare agli Investitori del Mercato finanziario un interesse più alto, aumentando le proprie Uscite.
Tutti questi discorsi, ovviamente, sono al netto di speculazioni finanziarie che possono muovere i mercati nonostante l’andamento delle economie nazionali. Spero che questo articolo su “Cos’è lo spread” in parole semplici, possa esserti stato d’aiuto.
Se ti interessa investire ma non hai somme da destinare, prova a leggere qualche mio consiglio nell’articolo “La Prima Regola per Guadagnare di più” (clicca qui).
Spero di esserti stato d’aiuto con la mia “economia in parole povere”.
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